Uomo politico egiziano. Capo di Stato
maggiore dell'aereonautica nel 1972, membro del Partito nazionale democratico,
alla cui presidenza venne eletto nel 1978, divenne nel 1973 stretto
collaboratore di as-Sadat che lo nominò nel 1975 vicepresidente della
Repubblica. Dopo l'uccisione di Sadat, assunse nel 1981 la carica di presidente
tramite referendum plebiscitario e si presentò ai Paesi
arabi come continuatore della politica di Sadat e della pace separata fra Egitto
e Israele. Dopo l'intervento israeliano in Libano nel 1982, e l'accusa dei Paesi
arabi all'Egitto di aver provocato l'accaduto,
M. richiamò
l'ambasciatore a Tel Aviv, nel tentativo di non inimicarsi troppo il mondo
arabo. In più occasioni tentò quindi di mantenere buoni rapporti
con i Paesi a lui avversi, dichiarandosi il presidente del Paesi guida del
non-allineamento. In tale direzione, oltre a mantenere saldi i rapporti con gli
Stati Uniti, stabilì nuovi contatti con l'Unione Sovietica;
attenuò il dialogo separato con Israele nel tentativo di ottenere la
riammissione dell'Egitto nella Lega araba; in particolare sulla questione
palestinese si fece promotore, dopo la rappacificazione con l'OLP di Arafat e
con re Hussein di Giordania, di una soluzione pacifica per il Medio Oriente. In
politica interna adottò dei provvedimenti di distensione: aprì il
dialogo con il partito dell'opposizione e le elezioni del 1984 si svolsero in un
clima di relativa libertà. Promosse inoltre alcune riforme sul piano
economico, tese a limitare l'eccessivo liberalismo operato da Sadat e rivolte ad
incentivare l'industria e l'agricoltura. I margini di azione di
M. furono
tuttavia piuttosto stretti. L'aumento della inflazione, il forte indebitamento
con l'estero, i minimi livelli di sopravvivenza per l'80% della popolazione,
generarono un malcontento diffuso, guidato dalle frange religiose islamiche
più estremiste. Nel 1986
M. fece da mediatore nel sequestro della
Achille Lauro e negli anni successivi si adoperò per il reinserimento
dell'Egitto nella Lega Araba. Nel 1987 promosse il vertice di Amman, in cui
l'Egitto, pur non essendo reintegrato nella Lega, instaurò nuovamente
rapporti diplomatici con numerosi Paesi arabi. L'obiettivo di
M. fu
raggiunto nel 1989, quando l'Egitto venne riammesso nella Lega Araba nel corso
del vertice di Casablanca. Nel luglio 1989 venne eletto presidente
dell'Organizzazione dell'unità africana e nel 1990 ottenne un grande
successo diplomatico ristabilendo, dopo più di dieci anni, le relazioni
con la Siria. Durante la guerra del Golfo (17 gennaio 1991-28 febbraio 1991),
M.
si schierò dalla parte degli Stati Uniti, rafforzando così la sua presenza
sulla scena internazionale. La politica estera di
M., considerata troppo
filoccidentale, determinò nel Paese la crescita di un'agguerrita opposizione
fondamentalista, che attentò alla sua vita nel 1995, durante un viaggio in Etiopia,
e nel 1999, pochi giorni prima della sua riconferma a presidente della Repubblica.
Nuovamente eletto alle presidenziali del 2005, nel 2011, in seguito alle proteste
di piazza che chiedevano riforme democratiche,
M. rassegnò le dimissioni (11 febbraio),
cedendo il suo potere ai militari. Il 13 aprile
M. venne posto in custodia cautelare
a seguito delle indagini condotte dalla Procura della capitale in merito ad accuse di
corruzione e appropriazione indebita. Venne poi emesso un mandato di
arresto a suo carico, oltre che della moglie e dei figli, e venne trasferito in carcere
in attesa di essere giudicato (n. Kafr al-Musailaha, Basso Egitto 1928).
Il processo a Hosni Mubarak